Isola di neve

12.6.20

Titolo: Isola di neve
Autore: Valentina D'Urbano
Editore: Longanesi
Anno: 2018
Pagine: 500
Prezzo: 19,90

Trama:
Un'isola che sa proteggere. Ma anche ferire. Un amore indimenticabile sepolto dal tempo. 2004. A ventotto anni, Manuel si sente già al capolinea: un errore imperdonabile ha distrutto la sua vita e ricominciare sembra impossibile. L'unico suo rifugio è Novembre, l'isola dove abitavano i suoi nonni. Sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella, Santa Brigida - l'isoletta del vecchio carcere, abbandonato -, Novembre sembra il posto perfetto per stare da solo. Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger - violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida - e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. 
L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta. 1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante. Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.

Recensione:
Isola di neve era l'ultimo libro del repertorio della D'Urbano che avevo a disposizione, l'ultimo che non avevo ancora letto.
Ammetto che la curiosità era parecchia, ma avevo deciso di tenermelo stretto per un momento no, sicura che anche questa volta l'autrice non mi avrebbe deluso e così, tra una lettura e l'altra abbandonata durante la quarantena, ho deciso di ricorrere proprio a Isola di neve per sbloccare l'ennesimo blocco del lettore.
Ebbene, l'autrice non delude nemmeno stavolta, anzi, Isola di neve finisce dritto dritto al secondo posto nella mia classifica della D'Urbano, dopo il crudele "Il rumore dei tuoi passi".

Quella raccontata in queste pagine, è una doppia storia, su una doppia linea temporale, e come in ogni suo romanzo, l'autrice, finisce per intrecciarne i fili in maniera perfetta ed efficiente.

Ci troviamo questa volta sull'isola di Novembre, dove Manuel si rifugia dopo l'ennesima delusione. In cerca di una via di fuga e di un nascondiglio, in questa remota e all'apparenza tranquillissima isola, il ragazzo conosce Edith una ragazza tedesca finita sull'isola per risolvere un mistero che coinvolge un violino prezioso e un violinista apparentemente sparito nel nulla.
Su quella stessa Isola, una ragazza, soprannominata Neve, molti anni prima, tra le ombre del carcere di Novembre conosce un prigioniero, Andreas, un uomo misterioso che finisce per affascinare la ragazza, la cui vitalità è sopita tra il lavoro, una famiglia affamata ed il padre violento.

I personaggi sono ben sviluppati e caratterizzati in maniera adeguata, i quattro ragazzi sono ovviamente i personaggi sui cui l'autrice si concentra maggiormente, ma abbiamo un ventaglio di altri personaggi secondari che hanno il giusto spazio nel corso della vicenda.
Neve è stata senza dubbio il personaggio che ho preferito, per la sua spontaneità, il coraggio ma anche l'avventatezza. E' forte e sfacciata e testarda, nonostante tutto e tutti siano contro di lei, nonostante i graffi e le botte, fisiche e mentali, continua imperterrita per la sua strada.
Andreas ha anche una storia ben delineata, ho trovato affascinante la sua vicenda e fino alla fine l'autrice ci tiene con il fiato sospeso riguardo certi particolari della vita dell'uomo.

Tutto è ben incastrato, ma solo verso la fine del libro le due vicende, quella del 2004 e del 1952 si uniscono e sbrogliano quei nodi facendo acquistare al lettore la visione completa del quadro narrato dalla D'Urbano.

Isola di neve è una storia ben delineata, interessante e sentimentalmente toccante.
Ho amato follemente l'ambientazione, ben descritta e vivida, Novembre si erge aspra e selvaggia, sprezzate e ventosa, un luogo remoto dove mette radici un amore che sprofonda nelle rocce e cresce forte a dispetto di tutto. 
Ammetto di aver preferito la linea temporale del passato, e di aver trovato invece i due personaggi del "presente" molto meno interessanti rispetto ad Andreas e Neve, ma chiunque sbiadirebbe rispetto alla storia di questi ultimi due.
Lo stile è semplice, lineare, eppure ancora una volta l'autrice riesce a tenere il lettore ancorato alle pagine del suo romanzo, con una penna graffiante e ipnotica, un ritmo inizialmente regolare, che acquista velocità però da metà libro, assicurando colpi di scena da trattenere il fiato.

Nonostante la mole del romanzo, insomma, la vicenda si srotola agli occhi del lettore in maniera automatica, com'è segno distintivo dei romanzi di questa autrice, che riesce a tenere i suoi lettori attaccati alle pagine dei suoi romanzi, affamati di sapere come le cose andranno a finire. Ancora una volta, quindi, la storia si presenta emozionalmente perfetta, drammatica e sentimentale quanto basta, una storia che tocca le corde del cuore e che riesce a commuovere ancora una volta, in maniera semplice ma mai banale.

Valutazione:
♥♥♥♥♥

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2 commenti

  1. Di questa autrice ricordo di aver letto il rumore dei tuoi passi e che mi era piaciuto! Anche se non ricordo per niente la storia xD

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    1. Il rumore dei tuoi passi è quello che ho preferito dei suoi! :)

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