5 Clichè letterari insopportabili

27.4.20

Buongiorno lettori, nel post odierno vi parlo di cinque clichè letterari che mi hanno proprio stancato. In questo post ve ne avevo già illustrato qualcuno, tipico dei romanzi young adult, qui vado un po' più sul generale.
In realtà me ne sono venuti in mente altri, e visto che mi diverte scrivere questo genere di post, ne parlerò ancora prossimamente.

Bello= popolare/ Brutto= sfigato
Non c'è una via di mezzo, o sei bello, popolare, invidiato e perfetto, o sei bruttino e di conseguenza solo, rilegato in un angolo e considerato uno sfigato, quello che in mensa mangia da solo, in sostanza, o al tavolo degli altri invisibili come lui.
Non esistono vie di mezzo, non esistono persone "medie", con caratteri normali e vite normali, o tutto o niente.
O tutti ti desiderano (e solitamente sei anche la reginetta della scuola, la cheerleader o il campione di tutti gli sport scolastici) e sei il primo ad essere invitato ad ogni festa, o hai un amico a dir tanto, non ti invita nessuno e tutti si stupiscono quando ti vedono al banco di fianco a loro, nonostante siate nella stessa classe da almeno due anni.
Voglio dire, qualcosa a metà, no?

La protagonista che non si è mai guardata allo specchio
Si, proprio lei, la ragazza che si è sempre considerata bruttina, invisibile e indesiderata, fino a che arriva il personaggio maschile  di turno che le fa notare che in realtà è una bomba, che sotto sotto a scuola tutti le vanno dietro e via dicendo.
Eh già, c'era bisogno che glielo dicesse un ragazzo! A quanto pare a casa sua non esistono specchi, a quanto pare glielo doveva dire qualcuno, che in realtà i suoi capelli non sono così male, che se si mette quel vestito il suo fisico da urlo viene messo in risalto e che asta un filo di matita per... sì, insomma, la trasformazione da sfigato a popolare di cui sopra, è un attimo.

L'eroe incapace
Se ci pensate  spesso sempre, l'eroe, il prescelto, quello destinato a combattere contro le forze più oscure o crudeli, è un vero incapace. Penso a Katniss, per esempio, che ha già  grandi abilità nel tiro con l'arco, perchè costretta da sempre a sfamare la famiglia, durante i giochi impara tante cose, sì, ma quella abilità è sempre stata sua, eppure è un eccezione.
Nella maggior parte delle storie fantasy/distopiche infatti non è così. Anche Harry, per esempio, il prescelto, è scaltro, ma non è certo il più brillante del suo corso, durante i sette libri gli va molto di fortuna (grazie anche all'aiuto dei suoi amici). O anche  Frodo che si piglia il peso dell'anello, ma durante il lungo viaggio non è certo il più competente o brillante nei combattimenti, quante volte viene salvato dagli altri, e quanto spesso Sam è di gran lunga un passo avanti di lui? Oppure Percy Jackson, non ho ancora letto i libri, ma se non ricordo male è un ragazzo come tanti senza nessun talento speciale, quando scopre la sua vera natura. Stessa cosa per il protagonista di Eragon, è un ragazzo di umilissime origini e quando inizia il suo viaggio ha ben poche capacità già acquisite, e la sua strada è tutta in salita.

Amore/odio
Tipico nei new adult principalmente, ma anche in qualche young adult, i due personaggi  principali si odiano, si tirano le peggio parole, si prendono forsennatamente in giro, eppure... eppure sotto sotto nutrono un amore folle l'uno per l'altra ma evidentemente hanno conservato il cervello delle elementari, quando la tattica migliore per nascondere  i sentimenti verso quel compagno di classe che ci piaceva era proprio ignorarlo o prenderlo un po' in giro per farci notare. 
Eh, questo si che è amore vero.
Soprattutto se si parla dei new adult, basta ignorare la tipa in questione, trattarla malissimo, farsi tutte le altre in circolazione poi ignorarla di nuovo e trattarla come uno straccio per farla cadere ai nostri piedi, very good, ottima mossa!

Genitori assenti... o fin troppo presenti
Ci sono due categorie di genitori:  abbiamo gli  assenti, che lasciano che i figli vivano praticamente in autonomia, si sfamino da soli, combinino di tutto e di più, vadano e vengano come gli pare, frequentino ogni tipo di festa, rientrino dalla finestra tutte le sere senza manco accorgersene, insomma libertà totale, se va bene vengono nominati giusto due/tre volte, tanto per ricordarci che no, il protagonista non è orfano.
Oppure abbiamo i molestatori (allarme new adult), spesso usano violenza sui figli, sono severissimi, pretendono da loro l'impossibile, sono rigidi su tutto, non li fanno uscire se non per motivi scolastici, controllano le compagnie che frequentano... spesso e volentieri abbiamo un genitore solo, perchè l'altro se n'è andato, si è costruito un'altra famiglia abbandonando la precedente, è sparito nel nulla, chiama solo per Natale e manda una cartolina al compleanno da qualche cittadina tropicale in cui vive con la nuova famiglia e la nuova moglie giovane e bella. Di conseguenza, il genitore solo è diventato intrattabile dopo l'abbandono, fatica ad arrivare a fine mese, magari beve pure un po', e sfoga tutta la sua frustrazione appunto sull'unica persona che gli rimane: il figlio/ la figlia.
Insomma, anche qui vie di mezzo quasi mai!

E a voi invece?
Quali sono i clichè letterari che non sopportate?

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5 commenti

  1. Concordo totalmente! L'eroe incapace è sicuramente il clichè che odio di più, ma anche il solito classico noiosissimo triangolo amoroso non scherza, bisogna dirlo...

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    1. Mamma mia, il triangolo amoroso è una delle cose peggiori!

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  2. Direi che un bell'applauso per questo post ci sta tutto!
    Concordo su tutti i punti che hai menzionato; ormai sono diventati dei cliché talmente ricorrenti da farmi venir voglia di chiudere il libro ogni volta che fanno comparsa. Ovviamente ci sono eccezioni alla regola, ma diciamo che nella maggior parte dei casi tali situazioni non sono proprio giustificabili 🙈

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    1. Sì, delle eccezioni ci sono, anche perchè se dovessimo evitare tutti i libri con clichè, non so cosa rimarrebbe!

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  3. ehmmm il cliché odio-amore è uno dei miei preferiti ahahahah però anch'io detesto quando le ragioni per cui si odiano sono banali. Certo, se parliamo di uno young adult secondo me ci sta benissimo perché sono giovani, ma se parliamo di persone adulte che si odiano per nessun motivo particolare... anche no. Maturità, questa sconosciuta.

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