Intervista a Sara Magnoli, autrice di "Dark Web"

19.4.20

Buongiorno lettori, questo post è un po' particolare e speciale, perchè l'ho voluto dedicare ad un'autrice di cui ho assistito un paio di mesi fa la presentazione del suo romanzo "Dark Web". Un libro che va letto, attualissimo, in queste giornate più che mai e che tenevo a far conoscere.
Vi lascio la scheda del libro, e sotto la mia chiacchierata con Sara Magnoli.

Titolo: Dark Web
Autore: Sara Magnoli
Editore: Pelledoca
Anno: 2020
Pagine: 220
Prezzo: 16.00

Trama:
Vesna è un nome falso. Il nome scelto da Eva, 14 anni, per diventare una influencer da milioni di like. Doom Lad è il nickname di lui: significa "ragazzo del destino". Ma lui non è ciò che dice di essere e il web è una ragnatela in cui cadono le ragazzine. Le loro immagini rubate viaggiano nel buio della rete. Giovanniboccaccio è il nome d'arte di un ispettore infiltrato nel dark web che cerca di salvare minorenni intrappolate nella ragnatela. Eva non sospetta nulla di quello che c'è dietro i messaggi, le chat e le immagini che scambia con Doom Lad. Prima le foto, poi i video e infine un appuntamento in hotel. E lì si ritrova sola quasi sul baratro. Eva parla con un unico amico, compagno di scuola perseguitato dai bulli. Lui le vuole bene e vorrebbe proteggerla, ma è confuso e forse anche un po' ingenuo. Intanto l'ispettore serra sempre di più le maglie intorno al giro losco della rete. Età di lettura: da 13 anni.

- Buongiorno Sara e benvenuta sul Baule!
Iniziamo dalle presentazioni, ci può riassumere la trama del suo romanzo, Dark Web? 
"Al centro della storia narrata in Dark Web (Pelledoca Editore) c’è Eva, quattordici anni, che con il nickname scelto per il suo avatar, Vesna, è molto presente sui social, da Instagram a Facebook, perché vuole diventare una influencer di moda, pensando che basti postare qualche foto, senza avere alle spalle uno studio, una preparazione, un supporto di esperti. Ma soprattutto senza porsi il problema di un uso responsabile e consapevole del web. Il suo sogno sembra avverarsi attraverso l’incontro con un misterioso personaggio, il cui nickname è Doom Lad, che le dice di essere un designer di moda poco più che ventenne e dapprima la lusinga, ne carpisce la fiducia, poi la minaccia e la ricatta chiedendole foto sempre più spinte e scattate in situazioni pericolose.Eva è intrappolata nella ragnatela di questo individuo, che la notte condivide le foto della ragazzina nella parte più oscura del web, con altri che come lui sono coinvolti in giri di sexting e pedopornografia. Né loro né Eva sanno però che c’è una rete buona, anche grazie all’uso ragionato del web, che indaga e che può salvare le vittime di tutto questo: è intessuta dalla polizia postale, un cui ispettore, Rocco d’Antonio, si è infiltrato nel dark web per sconfiggere i ragni perversi.
Si tratta di un giallo, dunque c’è un’indagine che lo stesso lettore può svolgere con i protagonisti."

- Com'è nata l'idea di Dark Web e in che modo si è documentata per la stesura del romanzo? 
"Sono giornalista e mi sono a lungo occupata di cronaca nera e giudiziaria: i reati e i crimini che si muovono nella sfera sociale della collettività mi hanno sempre interessata perché voglio capire che cosa porta a tante cattiverie e atrocità che fanno soffrire le persone. I cosiddetti crimini relazionali e i rischi per le persone soprattutto legati al web quando non è usato bene sono un argomento che mi interessa molto da tempo e sul quale mi documentavo da parecchio: l’invasione della sfera privata degli altri con scopi non sempre leciti è un fenomeno che esiste da sempre, purtroppo. Un esempio: quello che oggi chiamiamo stalking ricorda in qualche modo, pur con le differenze legate alle epoche diverse, l’atteggiamento di don Rodrigo nei confronti di Lucia.Per scrivere “Dark Web” mi sono dunque documentata con ricerche giornalistiche, ma anche avvalendomi della consulenza di esperti del settore informatico, responsabili di indagini e anche esperti di relazioni adolescenziali, come le informatiche forensi Maria Pia Izzo ed Eva Balzarotti, il vicequestore della polizia postale Rocco Nardulli, il sostituto procuratore del tribunale dei minori Annamaria Fiorillo e il libro è stato anche visionato, una volta concluso, dalla psicologa dell’infanzia e dell’adolescenza Raffaella Pasquale. E poi ho osservato e ascoltato molto i ragazzi, ciò di cui parlano, che cosa loro interessa, che cosa pensano."

- Visti i recenti fatti relativi i gruppi telegram di pedopornografia e revenge porn, il tema del suo romanzo è più attuale che mai. Quale consiglio darebbe a chi è o si è trovato a vivere la stessa situazione di Eva, coinvolto in episodi di cyberbullismo o adescamento minorile?
"Convincersi che essere vittime di fatti del genere non è una colpa, ma che altri sono colpevoli nei nostri confronti  dunque non vergognarsi di parlare di quanto ci sta capitando con un adulto di cui si fidano, i genitori, un insegnante, i nonni… E poi, nel caso di reati, denunciare alla polizia postale. Soprattutto però fare attenzione, non fidarsi di chi non conosciamo, ricordarsi sempre che nella rete ci si può nascondere, si può far credere di essere altri o altro da ciò che si è. Gli adescatori di minori hanno tecniche subdole: sono adulatori, carpiscono la fiducia riuscendo anche a farsi raccontare emozioni e intimità dei ragazzi per capire quali sono i loro interessi, le loro abitudini. E passando poi alle minacce, ai ricatti. "

- Se dovesse decrivere il suo romanzo in tre aggettivi, quali sarebbero? 
"Realistico, avvincente, incalzante."

- Parlando invece di scrittura in generale, qual è il suo processo nella lavorazione dei suoi romanzi? Ci sono luoghi particolari, o momenti specifici della giornata che la aiutano nel lavoro?
"Io sono una disordinata patologica e anche nell’approcciarmi alla stesura di un romanzo non ho un ordine. O meglio, ho certo un’idea in testa che prende forma e si sviluppa più o meno velocemente a cui segue sempre una parte di documentazione, che ritengo sempre fondamentale, tanto più quando si scrivono gialli, che è il genere a cui mi dedico quasi esclusivamente e che prediligo. Documentarmi è la fase che mi richiede più tempo, perché man mano che trovo e analizzo aumentano le idee, ma anche i dubbi sullo svolgimento delle storie. Poi mi metto a scrivere e non riesco a dedicarmi solo a quello, avendo comunque un lavoro e una famiglia. Scrivo ogni volta che mi vengono a trovare le parole giuste per farlo, non riesco a dirmi: okay, adesso hai cinque ore e scrivi. No, non sono io che scelgo quando scrivere una storia, ma sono le parole e la storia che scelgono quando essere scritte. Ma ho una discreta velocità di scrittura, se è il momento giusto riesco a concludere la stesura di un romanzo anche in pochi giorni. Non ci sono momenti o luoghi particolari, di solito scrivo al tavolo della cucina, ma ricordo con tanto piacere la scrittura di un libro sul mare, tra le isole Tremiti e Marina di Camerota, la sera a conclusione delle giornate di laboratori con le scuole all’interno del progetto di turismo scolastico con l’associazione culturale Bimed di Salerno, che tra le sue attività ha una staffetta di scrittura della legalità, per cui classi di scuole di tutta Italia, partendo dall’incipit di un autore, scrivono ciascuna un capitolo di un racconto che va a formare un libro."

- Quali autori l'hanno formata come lettrice e come scrittrice? 
"Non so se ci sono autori che mi hanno formata in questo senso, posso dire che ci sono molti autori che amo particolarmente e sono soprattutto italiani, ma sono davvero moltissimi. Tanti “giallisti”, da Loriano Macchiavelli a Maurizio de Giovanni, da Piergiorgio Pulixi a Margherita Oggero, da Bruno Morchioa Sandrone Dazieri  a nomi forse meno conosciuti, ma strepitosi, come Luca Occhi. Ma anche tanti che non scrivono gialli: adoro Piero Chiara e Niccolò Ammaniti, negli ultimi anni ho letto libri bellissimi di Fabio Genovesi, Fabio Bartolomei, Francesco Muzzopappa. E tra gli stranieri Friedrich Glauser, Franz Kafka, Friedrich Dürrenmatt. Credo che Sepúlveda, che questo virus ci ha portato via fisicamente, abbia scritto pagine di pura poesia che sono nel mio cuore. Ma ripeto, sono solo alcuni degli autori che leggo e apprezzo. "

-Ultima domanda, nonchè la più difficile da fare ad un lettore: libro preferito?
"I promessi sposi. Lì c’è ogni genere di romanzo. E c’è una storia con tematiche che sono attualissime."

Grazie Sara per essere stata ospite del Baule e buon lavoro!

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