quotes

Speciale: citazioni preferite (prima parte)

28.11.18

Buongiorno lettori! Per oggi, un post speciale con alcune delle mie citazioni letterarie preferite. Dico alcune, perchè se dovessi inserirle tutte verrebbe un post chilometrico, adoro le citazioni (ho un quaderno apposta in cui mi segno le più belle/significative), e a breve credo che arriverà un secondo post con alcune citazioni in inglese.

"Perdere se stessi è il pericolo più grande, mi ripeteva quando ero adolescente. Se si perde qualsiasi altra cosa, spesso si può tentare di recuperarla, ma se perdiamo noi stessi, è finita."
Fino all'ultimo respiro

"Mai dimenticare chi sei, perchè di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te."
Il trono di spade

"Trovavo decisamente ironico il fatto di essere dotata di ali e tuttavia di sentirmi così costretta, così in trappola.
Proprio per via della mia condizione, ero più incline di altri a notare le piccole ironie della vita. Le collezionavo: l'amore arrivava quando meno te lo aspettavi e se qualcuno diceva che non voleva farti del male, alla fine di sicuro te ne faceva."
Lo straordinario mondo di Ava Lavender

"Non pensi che sia meglio essere felice per un po' di tempo, anche se finisce, che stare semplicemente bene per tutta la vita?"
La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo

"Decidere se fidarsi o no di una persona è come decidere se arrampicarsi  o no su un albero, poichè si potrebbe godere di una vista straordinaria dal ramo più alto, oppure ci si potrebbe semplicemente riempire di resina, e questo è il motivo per cui molta gente decide di passare il suo tempo sola e in casa, dove è più difficile pungersi con una scheggia."
Lemony Snicket

"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice."
Il Piccolo Principe

"Preferirei dividere una sola vita con te che affrontare tutte le ere di questo mondo da sola."
Il Signore degli anelli

Piemme

Nowhere Girls

24.11.18


Titolo: Nowhere Girls
Autore: Amy Reed
Editore:Piemme
Anno: 2018
Pagine: 368
Prezzo: 17,00

Trama:
Chi sono le Nowhere Girls? Sono tutte le ragazze, ma per cominciare sono in tre.
Grace, tenera e impacciata, è nuova in città, dove si è dovuta trasferire a causa dei pregiudizi nei confronti della madre; Rosina, lesbica e punk, sogna di diventare una rockstar, ma è costretta a lavorare nel ristorante messicano di famiglia; ed Erin, un'asperger con due fissazioni, Star Trek e la biologia marina, vorrebbe assomigliare a un androide ed essere in grado di neutralizzare le emozioni. In seguito a un episodio di stupro rimasto impunito, le tre amiche danno vita a un gruppo anonimo di ragazze per combattere il sessismo nella scuola. Le Nowhere Girls.

Recensione:
Perfettamente in tema con il #feministfriday (anche se con un giorno di ritardo), il bello di questo romanzo è che dà voce a tanti personaggi diversi, non solo alle tre protagoniste, che fanno da narratrici, ma anche alle vittime,  a parecchie ragazze (troviamo infatti dei capitoli denominati “Noi”), e pure ai ragazzi, attraverso uno squallidissimo blog.
Tema attualissimo, quindi, quello della violenza, dello stupro, ma anche del razzismo, delle prese in giro, senza contare che il romanzo affronta anche altri temi come la sindrome di Asperger, la mancanza di stima in sé stessi, i pregiudizi e la violenza anche psicologica, che segna forse più di quella fisica, in alcuni casi.
Attraverso le tre protagoniste “eroine” di questo libro, scopriamo poi, come i gesti di alcuni ragazzi, finiscano per segnare inevitabilmente anche le opinioni verso gli altri ragazzi, quelli buoni. Perchè fare di tutto l'erba un fascio viene naturale, è difficile riconoscere che non siano tutti carnefici e che esista qualche anima buona, se questa non ha il coraggio di alzare un dito, quando una ragazza subisce violenza. Passa tutto come una normalità, quindi, perchè un vestito determina chi siamo e dà addirittura il permesso di agire verso noi ragazze in un determinato modo, perchè è ciò che cerchiamo in fondo, no?
E' difficile parlare di questo libro senza provare rabbia, lo ammetto, perchè è evidente che l'autrice sia riuscita a centrare perfettamente il punto del suo tema, con una storia assolutamente realistica, spietata, con un quadro completo della società attuale, e delle continue e costanti paure che le donne, giovani o più adulte che siano, sono costrette ad affrontare ogni giorno per vivere.
E' triste e deprimente, ma la storia delle Nowhere Girls è tanto, tanto veritiera e realistica. Dà però, anche tantissima speranza. Le tre ragazze protagoniste, infatti, totalmente diverse tra loro e con tanti problemi, riescono pagina dopo pagina a trovare la forza di farsi sentire. Sono giovani e fragili, eppure con una piccola scintilla, riescono a portare dalla loro parte tante altre ragazze, dalle più popolari alle più impegnate, una dopo l'altra si scoprono pronte a dire la verità. Tutte, almeno una volta nei pochi anni della loro vita, sono state vittime, perchè femmine. Dà un'insulto, a qualcosa di più, le Nowhere Girls urlano alla verità, andando contro le regole della loro scuola, che le vuole zittire, perchè nemmeno le autorità, o le altre donne vogliono ammettere la realtà. Ma queste giovanissime adolescenti, sono stanche d stare zitte e subire. Loro vogliono combattere, vogliono ribellarsi, vogliono giustizia per Lucy Moynihan, una ragazza come loro che è stata costretta a scappare, perché ha avuto il coraggio di denunciare uno stupro di gruppo, ma nessuno le ha creduto.

Lo stile del romanzo è semplice e scorrevole, le tre protagoniste sono ben caratterizzate e definite perfettamente in modo da risultare assolutamente diverse tra loro, ma tutte e tre molto particolari.
Erin, soffre della sindrome di Asperger, ha le sue abitudini ben definite, odia tutto ciò che rischia di compromettere i suoi programmi giornalieri o sia fuori dall'ordinario. Piena di “manie”, è però intelligentissima, anche se trattare con lei non è assolutamete semplice.
Rosina, invece, lavora nel ristorante di famiglia, e quando è a casa si deve occupare dei cugini e della nonna, Sempre troppo impegnata per la sua giovane età, fatica a ritagliarsi i suoi tempi, e non riesce a comunicare con sua madre, che sembra sempre essere contro di lei.
Grace invece, è la nuova arrivata, la tipica “brava ragazza”, con problemi di peso e di autostima, non riesce a socializzare nella nuova scuola, si sente invisible, ma è proprio ciò che riuscirà a darle l'opportunità di “creare” le Nowhere Girls.

Il romanzo della Reed urla forte, cattura l'attenzione con il suo tema attualissimo e purtroppo veritiero, uno Young Adult diverso da tutti gli altri, che attraverso una storia semplice, racconta di un messaggio importante e fondamentale: l'importanza del rispetto nei confronti degli altri, per esempio. Il non giudicare mai, lo smettere dell'avere pregiudizi nei confronti di chi o cosa non si conosce, l'unione che fa la forza e spesso la differenza. Soprattutto, però, lo spirito ribelle di ogni ragazza, che non deve essere sedato, ma deve uscire fuori, quando le cose non vanno, quando la vita è ingiusta nei nostri confronti, quando chi ci sta intorno non ci tratta nel modo in cui meritiamo.

Valutazione:
♥♥♥♥

Recensioni

The Handmaid's Tale

16.11.18

Titolo: The Handmaid's Tale
Paese: USA
Stagioni: 2 - in corso
Anno: 2017 - in produzione
Genere: drammatico, distopico
Cast: Elizabeth Moss, Alexis Bledel, Yvonne Strahovski, Joseph Fiennes, Madeline Brever, Ann Dowd, Samira Wiley, Max Minghella, O.T. Fagbenle, Amanda Brugel


Recensione:
Tratto dal romanzo "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood, questa serie molto discussa ultimamente, è forte, cruda e crudele, senza peli sulla lingua. Non aspettatevi angoli smussati o pillole indorate, qui si trovano solo vetri taglienti, ci si può solo ferire e non c'è limite alla spietata cattiveria dell'uomo.
Pronti a tutto per i propri scopi, trattano gli esseri umani come animali, macchine da riproduzione, prima "istruite" per essere sottomesse, per dimenticare chi erano prima, per dimenticare che erano qualcuno.
Niente nomi, niente passato e familiari (probabilmente anch'essi brutalmente uccisi o richiusi chissà dove). Sempre il solito vestito, i soliti riti, la spesa, le futili chiacchiere sul tempo con le altre ancelle, e poco altro. Si obbedisce, si sta in silenzio, ci si cancella, finchè si viene "benedette" dal lieto evento che per nove mesi (forse), garantisce la salvezza dell'ancella stessa.

Si, perchè questa serie, racconta la storia di June, una donna, una moglie, una madre come tante, che trascorre una vita tranquilla e normale, almeno fino a che viene "rapita" dalla società e portata a Gilead, in Canada. Qui, un calo demografico e l'incedere dell'infertilità, porta un gruppo di estremisti cristiani a creare un proprio governo, in cui le donne fertili diventano "Ancelle", di proprietà di quei mariti e quelle "Mogli", che di figli non ne riescono ad avere.
Le Ancelle sono nessuno, sono proprietà delle famiglie a cui vengono brutalmente affidate, non hanno poteri o libertà, ma più in generale, tutte le donne di Gilead hanno una posizione di inferiorità rispetto agli uomini. Eppure va bene così, perchè è la volontà di Dio, almeno così pare, che per prosperare e ottenere nuove nascite non guarda in faccia a nessuno.

A parte la storia, forte e cruda, piena di spigoli e probabilmente non adatta ai più sensibili, perchè lascia poco spazio all'immaginazione, non posso non spendere qualche riga sulla bravura degli attori.
Tutti ottimi nelle loro parti, assolutamente credibilissimi, sia i buoni che i cattivi, vittime e carnefici, a volte a ruoli inversi, ma la protagonista, June, interpretata da Elizabeth Moss è assolutamente eccezionale.

Riesce a rendere con ogni sguardo, espressione del viso o gesto, ben lampante tutto il dolore, lo struggimento e la disperazione che piovono su di lei, ma anche la determinata forza che le permette di sopravvivere, un giorno dopo l'altro. Violentata, picchiata, torturata sia fisicamente che psicologicamente, pronta a cadere, rischia di andare in pezzi in ogni episodio, ma anche con un solo briciolo di forza, riesce a rialzarsi sempre. Zoppa, o sanguinante, privata di qualsiasi libertà o umiliata in ogni più piccolo angolo di cuore o mente, riesce comunque a rialzarsi.
Davvero eccezionale, quindi, la Moss, che ha dato prova di grandi doti recitative in questo ruolo così drammatico e psicologicamente complicato da interpretare.
A parte lei, troviamo però qualche altro volto familiare, come la Rory di Una mamma per amica, Alexis Bledel, che interpreta anche lei un'ancella che non avrà per nulla la vita facile, ma che convincerà June a ribellarsi. O ancora Yvonne Strahovski, conosciuta per il suo ruolo nella serie tv Chuck, che qui interpreta Serena Waterford, la "moglie padrona" di June, glaciale e freddamente spietata, mantiene nascosto dentro di lei, però, ancora un briciolo di femminismo che la caratterizzava prima dell'incidere del regime totalitario.
Nel complesso, la storia è comunque ben strutturata, anche se personalmente avrei preferito, soprattutto all'inizio, una spiegazione più approfondita su come/quando la società si trasforma in quel manicomio che ci presentano fin dalle prime scene, cosa che invece ci viene spiegata un pezzettino alla volta.
Non so cosa sia rimasto della storia originale raccontata nel romanzo, ma da quello che ho letto, se non ho capito male, la seconda stagione prende comunque una piega tutta sua, cosa che immagino sarà mantenuta anche nella terza stagione.
Curiosissima di vedere come proseguirà quindi la storia, dopo il colpo di scena alla fine della seconda stagione.

Valutazione:
♥♥♥/ e mezzo

HarperCollins

La buia discesa di Elizabeth Frankenstein

7.11.18

Titolo: La buia discesa di Elizabeth Frankenstein
Autore: Kiersten White
Editore: HarperCollins
Anno: 2018
Pagine: 329
Prezzo: 16,90

Trama:
La piccola Elizabeth Lavenza non mangiava un pasto decente da giorni e le sue braccia erano coperte di lividi quando il giudice Frankenstein l'ha portata via dall'orfanotrofio e da una vita di maltrattamenti perché diventasse la compagna di giochi di suo figlio Victor, un ragazzino cupo e solitario che aveva tutto, tranne che un amico. Victor era la sua salvezza, l'occasione per sottrarsi alla miseria, e da quel giorno Elizabeth, decisa a non lasciarsi sfuggire l'opportunità di cambiare in meglio la propria esistenza, ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendersi indispensabile. E ci è riuscita: la famiglia Frankenstein l'ha accolta, le ha dato una casa, un letto caldo in cui dormire, buon cibo e vestiti bellissimi. Lei e Victor sono diventati inseparabili. Ma quella nuova, meravigliosa vita ha un prezzo. Con il passare degli anni, Elizabeth ha dovuto imparare a convivere con il temperamento violento di Victor, ad accontentare ogni suo capriccio, ad assecondarlo nei suoi vizi. Perché dietro gli occhioni azzurri e il sorriso dolce si nasconde in realtà il cuore calcolatore di una giovane donna decisa a sopravvivere a qualunque costo... anche quando il mondo che credeva di conoscere sprofonda nelle tenebre.

Recensione:
Dopo "Io sono buio", che mi era piaciuto tantissimo, questa nuova rivisitazione della White, mi ispirava così tanto, che mi sono precipitata in libreria non appena il libro è uscito. 
Il romanzo, edito Harper, con un copertina niente male (anche se mantenere l'originale sarebbe stato meglio, ANCORA UNA VOLTA) racconta la storia di Elizabeth, "salvata" dalla famiglia Frankenstein. La piccola, portata via da un orfanotrofio e da una vita crudele, viene freddamente scelta dai coniugi Frankenstein, con la speranza che la ragazzina possa in qualche modo aiutare il loro figliolo, Victor. Il bambino si mostra fin da subito come un solitario, particolarmente portato agli scatti d'ira, ma con il tempo Elizabeth riesce a conquistare la sua fiducia e solo lei sarà poi in grado di calmare l'animo di Victor.
Con il passare del tempo, e degli anni, il legame tra i due personaggi diventa sempre più stretto, la loro amicizia si trasforma in vero e proprio legame di sangue, tanto che Victor prova per Elizabeth un affetto che non riesce a provare nemmeno per i suoi stessi fratelli, o genitori. 
Il romanzo, parte dalla decisione di Elizabeth, di partire di nascosto per cercare Victor, partito per l'università, ma di cui non si hanno più notizie da diverso tempo. La ragazza è disperata senza di lui, si sente sola, e se lui ha bisogno di lei, Elizabeth sente un altrettanto attaccamento nei confronti dell'unica persona che le è sempre stata vicina. Questo viaggio, la porta però a scoprire, o meglio, ad avere a conferma dei suoi sospetti: la mente di Victor è geniale quanto malata e solo lei, forse, è in grado di tenere a bada la frenesia del ragazzo.

Non ho mai letto Frankenstein, quindi non posso dire quanto l'autrice abbia mantenuto dei dettagli originali, ma è ben chiaro che questa storia proceda in un modo tutto suo.
Anche questa volta, infatti, la White ha saputo conquistarmi con una protagonista forte, indipendente e determinata, soprattutto vista l'epoca in cui la storia è ambientata. Se per certi versi Elizabeth è una forza della natura, però, per altri risulta anche accecata dai suoi sentimenti per il ragazzo, che le impediscono di ragionare a mente lucida, o forse sono anche i suoi scopi personali (il suo bisogno di essere parte di una famiglia, la paura di tornare in mezzo ad una strada, il terrore di rimanere da sola, di nuovo), a spingerla a fingere di non notare ciò che è ben chiaro, ma che tutti si rifiutano di ammettere: in Victor c'è qualcosa che non va.
La storia è narrata al presente, al punto di vista di Elizabeth, ma attraverso dei flashback, riusciamo a dare un'occhiata al passato della ragazza, in cui vengono a galla diversi episodi che la mostrano alle prese con la conquista della fiducia di Victor, episodi in cui si sfiora la violenza, o il lento processo dell'accettare nuove amicizie, anche se minano la sfera personale dei Frankenstein.
Oltre alla protagonista, e a Victor, pochi altri personaggi ruotano attorno a questa storia dai toni cupissimi e gotici, perfettamente in linea con la festività appena passata di Halloween (volevo pubblicare la recensione prima, ma non ce l'ho fatta!)

Una storia inquietante e bizzarra, con lo stile fluido e studiato della White, che senza fronzoli riesce a catturare il lettore fin dalle prime pagine, e tenerne alta l'attenzione per tutta la durata del libro. Pur senza grandi colpi di scena, o troppa azione, l'autrice ha saputo creare un romanzo ricco di mistero e sentimento, anche se non necessariamente "puro" o "sano". Un libro scorrevole, oscuro ed originale, magistralmente architettato dall'autrice, che ci porta alla scoperta di una mente (quella di Victor) che affonda nella pazzia e nella genialità in egual misura.

Valutazione:
♥♥♥♥

Libri per ragazzi

Misteriosa - Le storie di Olga di Carta

2.11.18

Buondì lettori!
In questa nuova giornata di pioggia, vi parlo di Misteriosa, la nuova storia della serie di Olga di Carta, di Elisabetta Gnone, che ho avuto l'occasione di leggere in anteprima grazie alla Salani che mi ha inviato una copia del libro.

Titolo:  Misteriosa - Le storie di Olga di Carta
Autore: Elisabetta Gnone
Editore: Salani
Anno: 2018
Pagine: 192
Prezzo: 14,90

Trama:
Cosa significa diventare grandi? E come si fa? «Crescere è una faccenda complicata» direbbe il professor Debrìs, e Olga lo sa bene: per rassicurare una giovane amica, che di crescere non vuole sentire parlare, le racconta la storia di una bambina a cui i vestiti stavano sempre troppo grandi, anche se l’etichetta riportava la sua età, o la sua taglia, e che saltava nei disegni per fuggire dalla realtà. La storia di Misteriosa è la storia di chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo, fugge da responsabilità e doveri, incapace di assumersene il carico, e combatte strenuamente per restare fanciullo. È anche, però, la storia di una bambina che non si arrende. Una storia che farà ridere, pensare e spalancare gli occhi per lo stupore; e che rassicurerà Olga, i suoi amici e i lettori di tutte le età su un punto, che è certo: per diventare splendidi adulti occorre restare un po’ bambini. 

Recensione:
Nuova avventura per Olga di Carta e i suoi amici, la cantastorie di Balicò, nata dall'infallibile penna di Eisabetta Gnone torna infatti a raccontarci una nuova storia.
Anche in questo suo nuovo lavoro, la Gnone ci ripropone "una storia nella storia", perchè come abbiamo ben imparato nei due libri precedenti, la protagonista, Olga, è un portento nel raccontare novelle, tanto che tutti, tutti, ma proprio tutti nel villaggio, anche i più musoni o gli scettici, interrompono qualsiasi cosa stiano facendo, per fermarsi ad ascoltare la bambina.

In questa "Misteriosa", la Gnone narra la sua storia in un brevissimo arco di tempo, e con meno personaggi rispetto a quelli che siamo abituati a incontrare. Olga, Bruco e la loro compagnia di amici, infatti, partono per una gita, ma rimangono intrappolati sulla montagna a causa di un forte temporale. Tra la paura per i loro cari, a causa di una frana che rischia di spazzare via il villaggio, il freddo, la fame e il terrore per i pericoli che infuriano fuori, nella tempesta, Olga riesce a calmare gli animi dei suoi amici con la sua nuova storia.
Misteriosa, è infatti la protagonista del nuovo racconto di Olga, una bambina dalla bizzarra capacità ovvero quella di infilarsi ovunque. Quando non la si trova, molto probabilmente è perchè sia finita in un dipinto, nella pubblicità della scatola dei suoi cereali preferiti, o nello scampolo di stoffa di un vestito da confezionare. La ragazzina, riesce addirittura a scomparire nei suoi stessi vestiti, sempre troppo grandi per lei, ma riesce anche ad insegnarci, con l'aiuto dei suoi amici, che rifugiarsi nella fantasia è importante e bello, ma non per nascondersi o scappare dalla realtà. 
E' bello, per divertirsi, rifugiarsi in mondi dove tutto è possibile, dove si è capaci di spiccare il volo assieme ad uno stormo di uccelli, o essere qualcuno di nuovo. Usare la fantasia, e non perderla mai è fondamentale per essere felici, ma anche per poi tornare alla realtà e conservare i ricordi delle avventure appena vissute, che siano state dentro un dipinto, nella pubblicità dei cereali al cioccolato, o in una colorata e allegra stoffa.
Per diventare splendidi adulti bisogna restare un po' bambini.
Lo stile inconfondibile della Gnone, è qui, forse un po' smorzato dal fatto che la vicenda si svolge molto velocemente, in un arco temporale ridotto e in un ambientazione meno varia rispetto a quella che ci propone di solito. Sono proprio i particolari e i dettagli minuziosi, dalle ambientazioni alle caratteristiche dei personaggi, quelle che fanno, dello stile della Gnone una solida certezza.
Se questa volta l'autrice si sofferma maggiormente sulla storia all'interno della storia, è però vero che il nuovo personaggio di Mirina, che si aggiunge alla compagnia di Olga, offre diversi insegnamenti. La ragazzina, infatti, arriva a Balicò con molte paure e diversi pregiudizi. Ha paura degli animali, non sa come comportarsi in mezzo ai boschi, non nota le piccole cose che fanno del villaggio un posto delizioso. Le manca la città, e i genitori l'hanno cresciuta con numerosi divieti e obblighi, vietato sporcarsi o rotolarsi nell'erba, quindi, per lei...insomma, tra Olga e i suoi amici, così abituati a vivere e rispettare la natura o gli animali, Mirina sembra un pesce fuor d'acqua.

Ma nel corso della storia, la piccola impara e cambia abitudini, si affeziona ai nuovi amici, inizia ad essere più gentile e aperta, e d'altra parte, con la passione che Olga mette nelle sue avventure, non si può fare a meno che innamorarsi della piccola cantastorie e degli abitanti bizzarri ma super gentili, che abitano il villaggio e tutto ciò che lo circonda.

Valutazione:
♥♥♥♥

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