animazione

Violet Evergarden

24.11.19

Titolo: Violet Evergarden
Paese: Giappone
Episodi: 13
Anno: 2018
Genere: drammatico, sentimentale

Trama:
Dopo quattro anni di conflitti ininterrotti tra le regioni Nord e Sud del continente di Telesis, si giunge finalmente ad un accordo di pace. Violet Evergarden, una ragazza che finora ha vissuto un'esistenza unicamente all'interno dell'esercito, agli ordini del maggiore Gilbert, deve allora reinventarsi una nuova vita. Viene adottata dalla famiglia Evergarden ed assunta in un azienda di scrittura. Recapita lettere di un suo vecchio commilitone, Claudia Hodgins, inizialmente nel ruolo di postina. Ben presto, però, la ragazza rimane affascinata da un altro ruolo nell'ufficio: le Auto Memories Dolls, il cui scopo è redigere testi per coloro che non sanno leggere e scrivere, allo scopo di riuscire a capire il significato di alcune emozioni e sentimenti che non riesce ancora a comprendere. Così Violet proverà a lasciarsi alle spalle la fredda vita militare e il suo vecchio soprannome "L'arma" ma non sarà un'impresa facile.

Recensione:
Non sono una grande appassionata o esperta di anime e manga, ma Violet Evergarden è nella mia lista di cose da vedere già da un paio d'anni, l'avevo scovato proprio su qualche blog che ne parlava in maniera così entusiasta da avermi incuriosito.
Complice anche la brevità degli episodi, che sono solo 13, ho deciso di dargli un'opportunità, e devo dire che ho fatto benissimo, perchè nell'atipicità della sua protagonista in particolare e più in generale per la sua storia, l'ho trovato irresistibile.

Tratto da una light novel di Kana Akatsuki e illustrata da Akiko Takase nel 2015, i due volumi sono usciti per la Kyoto Animation, che ne ha curato anche l'adattamento televisivo, distribuito poi nel catalogo Netflix.

Violet è una giovane ragazza orfana che, reduce da una guerra che l'ha vista in prima linea sul campo di battaglia, dopo aver passato l'infanzia a prepararsi come soldato, si ritrova improvvisamente persa. Finita la guerra, infatti, Violet viene spedita in un mondo che non le appartiene, nel mondo in cui non è più un'arma pronta ad uccidere, ma una semplice ragazza. Viene assunta da una società in cui Violet diventerà una "bambola di scrittura automatica", ma sempre ferma e decisa a ritrovare il suo comandante che sembra dato per disperso.

Violet si ritrova senza una missione da compiere, lei così abituata a ragionare a sangue freddo, a combattere senza remore o pentimenti, archiviata la guerra si trova a dover far fronte a situazioni ed emozioni per lei del tutto estranee. Da sempre abituata a stare sola, aveva però trovato nell'esercito e nel suo comandante, una strada e un porto sicuro, perderlo fa di Violet una ragazza spaesata.
Abituata ad obbedire ed eseguire ordini, però, ce la metterà tutta nel suo nuovo ruolo di "bambola" al servizio di tutte quelle persone che non hanno modo di scrivere lettere per proprio conto. Violet si trova così a scavare nelle vite e nelle emozioni degli altri, metter giù parole dettate dal cuore, per lei che non è in grado di leggere il proprio di cuore, non è affatto semplice per lei, ma puntata dopo puntata, tra insoddisfazioni e delusioni, la ragazza non smetterà di mettersi alla prova.

La cosa interessante di questa storia, sta proprio nel fatto che la protagonista sia fuori dagli schemi rispetto agli stereotipi femminili. Bellissima e un po' steampunk, perchè Violet è dotata di arti meccanici, è totalmente estranea alla maggior parte delle emozioni, anche le più banali o basilari. Nel corso delle puntate ci troviamo ad esplorare con lei l'animo umano, tra amicizie che sbocciano pian piano tra le mura dell'ufficio, la ricerca del suo amato comandante che la ragazza non si da pace per ritrovare e soprattutto i "casi" che vengono sottoposti alle bambole. In ogni episodio infatti, grazie a personaggi diversi che arrivano agli spettatori alla ricerca delle giuste parole da mettere in una lettera, esploriamo diverse sottotrame e situazioni.
Tutti questi personaggi si ritrovano poi nell'episodio finale.

Ogni puntata risulta così dedicata ad un diverso "tema", anche se alcuni episodi risultano  più interessanti e altamente carichi di tensione ed emotività (qualche lacrimuccia scende, vi avverto), mentre altri sfilano più lenti.
E' stato interessante vedere il percorso della protagonista, anche perchè il suo personaggio non viene stravolto nel corso della storia, non cambia, ma semplicemente migliora. Violet finisce per accettare quei sentimenti nuovi per lei, ma lo fa rimanendo sè stessa. Impara a piangere, a ridere, impara cosa voglia dire "ti amo", cosa significhi avere una famiglia, come sia la vita fuori dal campo di battaglia, e come gli incubi non smettano per quei sensi di colpa che inconsapevolmente si porta dietro. Acquisisce nuove consapevolezze, lo fa imparando da sè stessa, sulla propria pelle, e sul mondo. Vediamo come sia stata rapita durante l'infanzia, come sia finita a lavorare con il suo comandante Gilbert, e come questo provi ad insegnare a Violet che la vita non sono solo ordini. Vediamo anche le colleghe bambole di Violet, provare ad insegnarle come rapportarsi con le persone, come imparare a lasciarsi andare ai pensieri e alle sensazioni.

Oltre alla storia e alla protagonista, ho adorato la serie dal punto di vista visivo. Le illustrazioni sono davvero ben fatte, belle da vedere, le ambientazioni sono vaste, paesaggi, praterie ma anche città. Abbiamo colori sfumati, toni tenui e tratti decisi, colori brillanti nella loro dolcezza, ma anche sfumature più accese nei dettagli più rilevati. Anche la colonna sonora fa il suo dovere, sottolineando adeguatamente i punti più importanti della storia, e anche la sigla davvero bella.

Insomma, per me, assolutamente inesperta del genere, Violet Evergarden è stata una scoperta più che positiva: storia, protagonista interessante con un percorso di crescita particolare, animazione, doppiaggio, la varietà dei temi (guerra, amicizia, amore, famiglia...)... tutto ben fatto, l'unica cosa "negativa" è appunto il saliscendi degli episodi, alcuni meno entusiasmanti di altri, ma al contempo qualche episodio in più non avrebbe guastato.
Però, udite udite, a quanto pare il prossimo anno, ad aprile, potrebbe uscire un film, quindi non mi resta che attendere e scoprire cos'altro riserverà la vita a Violet Evergarden.

Valutazione:
♥♥♥♥♥ 

Recensioni telefilm

The end of the f***ing world 2 | Modern Love | The Bold Type

19.11.19

THE END OF THE F***ING WORLD
Stagione 2
Dopo una prima stagione tutto sommato carina, questa è risultata pressochè uguale, piacevole, tanto bizzarra e assurda da far giustamente parlare di sè anche questa volta, ma... il contenuto? E' un po' un meh, un po' evitabile, ben poco necessaria ai fini della storia, o almeno così la penso io.
Ritroviamo i due sociopatici protagonisti, dopo la mirabolante avventura della prima stagione, con tanto di sparatoria e corsa in ospedale, che si ritrovano dopo un po' di tempo e di peripezie (lui va in giro con un vaso sottobraccio, lei è in procinto di metter su famiglia) e partono alla volta di una nuova "avventura" in cui, decidono di portar con sè un passeggero che non a caso si trova sul loro stesso cammino, anzi, direi che è proprio sulle loro tracce.

Questa donna misteriosa, ha alle spalle una storia interessante che si ricollega ad un fatto della prima stagione, e la curiosità nel voler scoprire l'epilogo di questi nuovi episodi un po' c'è, perchè la coppia di ragazzi è così mal assortita che non si può non provare tenerezza per loro e i sentimenti acerbi che per primi faticano a comprendere.
Non so se però questo giustifica i nuovi episodi, se vogliamo sì piacevoli, però non hanno al loro interno la grande originalità che era ormai scaduta alla fine della prima stagione.
Valutazione:
♥♥♥

THE BOLD TYPE
Stagione 1
Una di quelle serie da vedere nei momenti vuoti, nei momenti no, nei momenti in cui si cerca leggerezza.
Un po' Il diavolo veste Prada, un po' qualcos'altro che non mi viene in mente, oltre a raccontare il bel rapporto di amicizia tra le tre protagoniste, questa serie illustra soprattutto la loro voglia di affermarsi, il loro desiderio di fare carriera, ma soprattutto di farsi riconoscere il talento di cui sono provviste, la loro tenacia, l'impegno e la voglia di fare che mettono nel loro lavoro in redazione di Scarlet. Non sempre i loro meriti vengono riconosciuti, a tutte e tre piombano addosso batoste, ma anche sorprese. 

Amicizia e lavoro a parte, c'è anche spazio per un po' di romance, e di pari passo, episodio dopo episodio, in base agli argomenti diversi trattati dal megazine quasi tutto al femminile per cui lavorano, vengono trattati diversi argomenti. Si parla infatti di razzismo, di orientamento sessuale, violenza...
Una serie carina, divertente, non ha al suo interno chissà quali grandi colpi di scena, è tutto piuttosto basico e lineare, ma per i momenti in cui si cerca un po' di leggerezza e sì, anche di frivolezza, è perfetta!
Valutazione:
♥♥♥♥/ e mezz0

MODERN LOVE
Stagione 1
8 soli episodi per una serie uscita da poco e che ha fatto subito parlare di sè e questa curiosità viscerale mi ha spinta a dare il via alla visione.
8 storie differenti, tanti personaggi che ci sfilano davanti episodio dopo episodio, e si ritrovano poi nella puntata finale.
In ogni episodio abbiamo quindi una storia diversa, una vicenda che riempie egregiamente 
una cinquantina di minuti che per lo spettatore passano davvero in un baleno.
Modern Love mette in scena le diverse sfumature dell'amore, così complicato, così passionale, così struggente, così imprevisto e a volte sconvolgente o inaspettato.
Abbiamo diversi nomi altisonanti in questo prodotto, dal bravissimo Dev Patel che ho adorato in Lion, ad Anna Hathaway fino ad Olivia Cooke o Tina Fey. Questa serie cattura per la sua tenerezza e forse anche con la sua semplicità.

Ho apprezzato tutte le storie, ma ammetto di aver trovato più interessanti due episodi in particolare:
Nel primo vediamo un Dev Patel fondatore di un sito di incontri ormai sulla cresta dell'onda, che ancora si strugge per un amore - forse - ormai perso e che - forse - era proprio quello giusto. Mentre nella puntata incentrata sulla Hathaway, l'attrice si mette alla prova con una protagonista che soffre d'amore sì, ma per sè stessa. La ragazza è infatti affetta dalla sindrome del bipolarismo, un tema ben poco affrontato, come un po' tutte le malattie mentali, ma che forse estremizzato un po', mette in luce chiaramente le difficoltà di chi vive e forse per tabù nasconde, di essere bipolare.
Negli altri episodi vediamo una coppia omosessuale tentare di adottare un bambino, con tutte le difficoltà del caso, un matrimonio che sembra destinato a naufragare tra una seduta e l'altra dal terapista, una giovane donna che causa persa dopo causa persa si ritrova incinta e con il custode del suo palazzo come unico amico. O ancora, un appuntamento finito all'ospedale, un legame diviso da tanti anni di differenza per una donna che è forse più alla ricerca di un padre perduto, che di un compagno, o una settantenne che nella corsa incontra forse la possibilità di un nuovo amore.

Prima stagione breve, ma efficace ed effetto, familiare ma sorprendente. Queste puntate fanno il loro dovere, fanno sognare un po', fanno emozionare tanto, fanno sperare e riflettere su quanto davvero l'amore rimanga qualcosa di sorprendente e ancora sconosciuto.
Un plauso per la sigla, molto, molto carina!
Valutazione:
♥♥♥♥

Cinque Stelle

Sempre d'amore si tratta

16.11.19

Titolo: Sempre d'amore si tratta
Autore: Susanna Casciani
Editore: Mondadori
Anno: 218
Pagine: 163
Prezzo: 16,00

Trama:
Bisogna prendersi cura dei doni come se fossero piccoli fiori selvatici: sbocciano senza il nostro aiuto, ma dobbiamo fare attenzione a non calpestarli, a non maltrattarli.

E la piccola Livia di doni ne ha eccome. Come si fa a non accorgersene? Lei è una che quando si muove assomiglia a una nuvola trascinata dal vento, capace di rendere più colorato tutto quello che tocca. È timidissima, parla poco, però sorride a tutti. E poi ama scrivere, perché farlo la fa sentire diversa, nel senso di speciale, come se nelle sue vene al posto del sangue scorressero le parole. È un cuore puro il suo, e fragile, e per questo avrebbe bisogno di essere accudito e protetto. Però si sa, le stelle, le stesse alle quali Livia bambina si rivolge sommessamente tutte le sere, seduta sul terrazzo di casa, molto spesso si fanno gli affari loro e non sempre hanno voglia di guardare giù, di ascoltarci. Infatti, a un certo punto, nella vita di Livia accade qualcosa che le inceppa il cuore. Coll'aggravarsi della depressione della madre, tutto per lei diventa faticoso, difficile. Ragazzina sognatrice e poi giovane donna, Livia cerca comunque di spiccare il volo ma, quasi fosse una farfalla con un'ala di seta e una di piombo, non fa che sbattere da tutte le parti rovinando puntualmente al suolo. Così, caduta dopo caduta, sfinita da un amore – quello per la mamma malata – che si ciba della parte migliore di lei, inizia a non fare più caso alle piccole magie che accadono ogni giorno e finisce per rassegnarsi a lasciare andare tutti i suoi sogni. Quel che non sa è che l'amore è più potente di qualsiasi delusione e sa farsi largo anche tra le macerie di una vita che odora di terra bruciata come la sua...

Sempre d'amore si tratta racconta la storia di Livia, dall'infanzia all'età adulta. E lo fa attraverso lo sguardo delle tante persone che, in momenti diversi, ne incrociano la strada, anche solo per poche preziose ore. Tante istantanee capaci di tratteggiare con precisione l'esistenza di una singola persona ma al contempo di raccontare anche un po' di tutti noi, di quanto sia difficile accogliere l'amore nella nostra vita, prendercene cura, proteggerlo e quanto sia spesso più facile, piuttosto, fuggirlo, maltrattarlo o convincersi di poterne fare a meno.

Recensione:
Dopo avervi parlato qualche settimana fa di "Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore" eccomi oggi a parlarvi del secondo lavoro di Susanna Casciani, che ha dalla sua il pregio di sfornare libri con copertine niente male!

Quella che ci racconta questa volta l'autrice, è sempre una storia che tratta d'amore, appunto, ma in modo totalmente differente dal suo primo libro. Qui si parla di amore familiare, del rapporto tra una mamma e una figlia, tra una moglie malata e un marito che non ce la fa più, e poi tra una figlia che fatica a rapportarsi con il mondo.
Il libro è raccontato con capitoli brevi e da tantissimi punti di vista diversi. Alcuni si ripetono e sono poi quelli dei personaggi ricorrenti della storia, altri invece si introducono nella storia per un solo capitolo, per un breve periodo nella vita di Livia, ma con il loro modo di vedere la arricchiscono.

Livia è la protagonista, una bimba all'inizio del libro, una bambina che ama raccontare storie, vive in un mondo tutto suo fatto di fantasia e creatività, ha una mente brillante e tanto affetto da donare, quasi tutto, però, viene "risucchiato" dalla sua mamma, che è spesso triste, spesso sola, spesso fatica a stare con la piccola Livia.
Sua madre soffre infatti di depressione, un mostro che le scava dall'interno, che la porta ad avere giornate no, che si sommano sempre più spesso ed arrivano a diventare più delle giornate sì. Vediamo Livia crescere nel corso del romanzo, la vediamo preoccupata, la vediamo tenera, la vediamo poi scappare verso una libertà che necessita, per non soffocare nell'atmosfera che si respira a casa sua.

Questo secondo libro della Casciani, ripercorre la storia di questa sua protagonista, partendo appunto dalla sua infanzia, fino ad arrivare all'età adulta, arricchendola di tutte quelle persone che girovagano nel corso degli anni, attorno alla vita della ragazza, anche se pochi saranno in grado di rimanere. L'infanzia difficile, infatti, porta via in Livia tutta la fantasia e la creatività che la contraddistingueva, lasciando in lei, invece, sensazioni contrastanti, emozioni forti e spesso negative, che la portano a diventare apatica verso il mondo.

Il romanzo si legge piuttosto in fretta, è breve e i capitoli sono cortissimi e veloci, ma la storia è un concentrato di sentimenti forti e pungenti. La Casciani riesce a descrivere bene la situazione della madre di Livia, la sua malattia così difficile da concepire, così astratta, così lontana, perchè le cose che non si vedono e non si toccano, per qualcuno non esistono. Ma Livia lo sa, Livia la depressione della madre l'ha vissuta da molto vicino e l'autrice ce lo fa sentire molto bene, ce lo descrive con l'amore appena sbocciato tra i genitori della piccola, ce lo descrive con il profondo dolore del marito che vede la moglie spegnersi e ce lo descrive anche con la presunta incapacità di Livia di amare.

Questo libro mi è piaciuto davvero molto, lo ammetto, l'ho trovato molto realistico e triste, senza ombra di dubbio, ma descritto davvero in modo sentito. Lo stile dell'autrice è semplice ma scorrevole e quasi delicato, pur mantenendo dei toni spigolosi nel descrivere la Livia ormai adulta che si porta dietro appunto un dolore covato nel corso degli anni.
A parte lei, gli altri personaggi importanti che le gravano attorno, sono senza dubbio la figura del padre, ma anche quella della sua migliore amica, compagna di scuola e vicina di casa, che porta nella vita di Livia, quella spensieratezza che  tra le mura di casa fatica a trovare. C'è anche un altro personaggio molto importante, che troviamo verso la fine del romanzo, ma non posso dire niente perchè non voglio fare spoiler. Oltre alla depressione, il romanzo tratta poi il tema dell'amicizia, dei primi amori, della fatica nel trovare il proprio posto nel mondo o più semplicemente a farsi accettare dai propri coetanei. Racconta l'amore in varie sfumature e su tanti fronti diversi.
Insomma, per concludere, anche questo secondo libro della Casciani, per me è promosso!

Valutazione:
♥♥♥♥♥ 

Editrice Nord

Un assassino alle porte

7.11.19

Titolo: Un assassino alle porte
Autore: Sabaa Tahir
Editore: Nord
Anno: 2019
Pagine: 443
Prezzo: 19,00

Trama:
Da anni, l'Impero governa col pugno di ferro, proibendo la scrittura e punendo chiunque non si assoggetti alla sua rigida disciplina. Negli ultimi tempi, però, la morsa si è fatta ancora più opprimente. È una strategia orchestrata nell’ombra dal Signore della Notte, un essere antico e potente che si sta servendo dell'Imperatore per trovare i frammenti di un manufatto magico: la Stella, un’arma formidabile in grado di scatenare il caos nel mondo. Elias e Laia sono tra i pochi a conoscere la verità e, per sventare quel piano malvagio, sono costretti a separarsi. Laia dovrà andare a Marinn, per radunare un esercito che combatta l'Impero al fianco della resistenza, mentre Elias avrà il compito di aiutare la Traghettatrice di Anime, custode dei defunti. Da quando il Signore della Notte fomenta guerre e tumulti, infatti, gli spiriti sono inquieti e rischiano di distruggere il confine che separa il regno dei vivi da quello dei morti. E presto Elias si troverà di fronte a una scelta impossibile: accettare il suo destino e non rivedere mai più la donna che ama, o seguire il cuore e lasciare che il resto dell’umanità ne paghi le conseguenze…


Recensione:
Rileggendo le recensioni dei primi due volumi della saga, mi rendo conto che questa serie della Tahir, è una delle poche serie, negli ultimi anni, che siano state in grado di coinvolgermi così tanto da attendere ardentemente l'uscita del nuovo volume e correre in libreria il giorno stesso in cui è arrivato.
Sebbene Un assassino alle porte mi sia piaciuto, ammetto però, di non esserne rimasta attratta com'era successo con i libri precedenti. Ricordo per esempio, all'epoca de Il Dominio del fuoco, che staccarmi dalle sue pagine era davvero difficile, non volevo che terminasse, ma al contempo non riuscivo a staccarmici, avete presente la sensazione?
Mi spiace che l'hype per questa serie sia un po' diminuito, ma probabilmente molto è dovuto dalla tanta attesa nelle uscite tradotte tra un volume e l'altro (spero che con il quarto ci sia meno da aspettare!) ma ripeto, la storia mi è piaciuta e ora vi racconto perchè:

Come per i libri precedenti, anche questa volta Sabaa Tahir prosegue la sua storia usando più voci narranti, cosa che io apprezzo sempre molto, ma di solito solo se sono due, massimo massimo tre, perchè articolare un libro su troppe voci, se esse non sono ben distinte, non penso sia semplice. L'autrice invece ci riesce alla grande, e ai nostri tre protagonisti aggiunge una quarta voce che dà un tocco ancora più profondo e interessante alla storia.
In questo libro succedono parecchie cose, non abbiamo solo Il Signore della notte e la Comandante, ma più fronti contro cui combattere, tante cose da architettare, piani da elaborare, trappole che possono andare male e rischi da correre. Alcune cose nell'organizzazione di questo volume non mi sono state chiarissime, lo ammetto, nel senso che tutti questi scenari differenti -soprattutto considerando che i tre protagonisti passano la maggior parte del tempo divisi- mi hanno confusa un po'.

Se dovessi scegliere quale tra Elias, Laia ed Helene sia il mio personaggio preferito, non credo che saprei farlo (anche se vabbè, il fascino di Elias non si batte!) perchè sono tutti e tre così ben definiti dal punto di vista caratteriale, che viene naturale affezionarsi a tutti loro.

Elias, come abbiamo appreso alla fine del secondo libro, è ormai confinato nel Luogo dell'Attesa, in procinto di diventare a tutti gli effetti il nuovo Traghettatore di Anime, ruolo per niente semplice, soprattutto considerando gli obblighi che sente nei confronti dei suoi amici. Tormentato come sempre, più di sempre, cerca di apprendere quanto può su questo suo nuovo ruolo, sui compiti che gli spettano dopo aver accettato di sacrificarsi, ma i sentimenti che prova per Laia e l'affetto verso la sua famiglia lo riportano continuamente a sfuggire da questi nuovi obblighi per tornare a combattere tra i vivi.

Laia, invece, sconvolta dal sacrificio di Elias, mette anima e corpo -con l'aiuto di Darin- nella ricerca della Stella, prima che sia il Signore della Notte a metterci le mani sopra. Con questa impresa, Laia metterà alla prova ancora una volta i propri limiti, le proprie insicurezze e le proprie capacità, chiedendosi di chi si possa fidare veramente (visti gli errori commessi nel passato) e quali segreti nasconda la sua famiglia. Proprio riguardo la vita di Laia, c'è un grande colpo di scena che personalmente non mi sarei mai e poi mai aspettata!

Ultima ma non ultima, abbiamo Helene, o meglio, l'Averla Sanguinaria che continua il suo giuramento di fedeltà all'odiato Imperatore Marcus, dopo che questo ha sposato sua sorella Livia (che in questo libro avrà un ruolo decisivo e importante). In questo terzo volume la ragazza dimostrerà ancora una volta le sue doti di combattente e di leader a capo del proprio esercito, nel mezzo della guerra vera e propria e della guerra personale contro la Comandante e come Maschera. I dubbi su quanto la fedeltà verso l'Impero sia giusta e quanto le sue scelte possano essere un rischio non solo alla propria vita, ma a quella di chi le sta attorno, metteranno Helene ancora più a dura prova.

I personaggi tormentati, sempre in lotta con loro stessi, sono i miei personaggi preferiti di solito e in questa serie la Tahir mette in scena tre protagonisti che descrivono appieno queste condizioni. Forse un po' meno Laia, ma Elias ed Helene sono senza dubbio inseguiti da demoni che stanno nel profondo delle loro anime e rischiano di soffocarli in continuazione.

Adoro lo stile di Sabaa Tahir, non è troppo prolisso nelle descrizioni, o particolarmente ricercato, ma ciò che si nota è come l'autrice nella sua storia non lasci assolutamente nulla al caso. Dalle ambientazioni, alle sequenze temporali, la storia è costruita egregiamente, pensando davvero a tutto.

Abbiamo in questo libro forse meno sorprese o colpi di scena, ma il ritmo rimane serrato, l'azione non manca, poichè di cose ne succedono parecchie, addentrandoci sempre più nel cuore dei personaggi. Abbiamo infatti, anche nuove informazioni sulla Comandante (una dei cattivi più riusciti che abbia mai letto) e sullo stesso Signore della notte.

Per concludere, quindi, nonostante abbia trovato qualcosa "in meno" rispetto ai due libri precedenti, la Tahir non delude nemmeno questa volta, proseguendo riccamente una storia studiata a tutto tondo, un fantasy ben articolato come ormai se ne trovano pochi in giro, ma mettendo in luce, sotto gli occhi dei suoi lettori, soprattutto l'umanità dei suoi personaggi. Tutti e tre i ragazzi, infatti sono pieni di paure, di insicurezze e tormenti. Non hanno un attimo di pace, se non pochi fugaci momenti (troppo, troppo pochi momenti tra Elias e Laia, eh però!), e nonostante rischino la vita in continuazione e si sacrifichino -chi per il bene del proprio popolo, chi per le persone che ama- non smettono di avere speranza che un giorno tutto il dolore possa finire, e il mondo smetta di dover essere salvato. 
Perchè in fondo che ne è della vita, se la speranza muore?

Valutazione:
♥♥♥♥

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