Recensioni: Dumplin | Il coraggio della verità | Aladdin

5.6.19

Titolo: Dumplin
Paese: Usa
Anno: 2018
Regia: Anne Fletcher
Cast:Jennifer Aniston, Danielle Macdonald, Dove Cameron, Bex Taylor-Klaus

Recensione:
Libro letto lo scorso anno, Voglio una vita a forma di me, e approdato sugli schermi di Netflix ad inizio mese scorso. 
Ho trovato la trasposizione del film, piuttosto fedele a quella su carta, con un'attrice protagonista a me sconosciuta (Danielle Macdonald), ma ottima nei panni di Willowdean.                     .
L'autrice del libro, Adam Julie, fa un breve cameo verso la fine del film, mentre nei panni della madre della protagonista, abbiamo la sempre bellissima Jennifer Aniston, che questa volta interpreta una ex-reginetta di bellezza, un po' troppo fissata sul fisico della figlia.
Il film, racconta infatti la storia di Willowdean una ragazzina con problemi di peso, che decide, un po' per scherzo, un po' per provocazione nei confronti della madre, ma anche per riscattare il vecchio sogno dell'amata zia, di partecipare al concorso di bellezza della sua citàa, di cui sua madre, appunto, è una ferma sostenitrice.
La perdita dell'amata zia, per Willowdean, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso nella sua vita, e nel rapporto già delicatissimo, con la madre. Solo la migliore amica, Ellen, pare capire Willowdean alla perfezione, ma anche tra loro le cose si incrinano quando le "prove" del concorso sono alle porte.

Una favola moderna, un po' romantica, che con una protagonista divertente ma caparbia, vuole mettere al bando tutti i pregiudizi, su peso, femminilità e luoghi comuni.
Unica pecca, a parer mio, il modo in cui viene rappresentata la nascita della relazione tra Willowdean e Bo, che nel romanzo aveva un ruolo maggiore. Non parlo tanto dello "spazio" a loro dedicato, quanto proprio del significato che nella storia ha, per Willowdean, l'essere notata da un ragazzo, e le conseguenze che ne derivano: pur con tutti i dubbi e le insicurezze, la protagonista decide comunque di rimanere fedele a sè stessa, a costo di perdere Bo, non ci pensa minimamente a cambiare, e questo è importante sottolinearlo.

Un film carino, insomma, con una buona attrice protagonista, ma in cui forse poteva essere messo ancora più in risalto il conflitto tra una madre e figlia, che sembrano non parlare la stessa lingua.
Valutazione:
♥♥♥/ e mezzo


Titolo: Il coraggio della verità
Paese: USA
Anno: 2018
Regia: George Tillman jr.
Cast: Amandla Stenberg, K.J. Apa, Regina Hall, Russell Hornsby, Sabrina Carpenter
Titolo originale: The Hate u give

Recensione:
The Hate u Give, è un altro libro che ho letto l'anno scorso, nato dalla penna di Angie Thomas, e uscito nei cinema ad inizio anno.
Non so per quale motivo questa pellicola sia stata snobbata così tanto (se non erro, era uscito solo nei cinema del circuito Uci), perchè a parere mio merita di essere vista.
Protagonista della storia, è Starr, un adolescente di Garden Heights, un quartiere malfamato in cui la criminalità regna sovrana, dove imparare a sopravvivere è una delle prime lezioni impartite fin dalla tenera età. Se da una parte Starr, sa come sopravvivere nella sua "casa", dall'altra, vive una vita ben diversa e distinta nella scuola privata in cui studia e in cui è riuscita a mescolarsi con i suoi compagni bianchi, pur dovendo reprimere costantemente la sua vera personalità.
Le sue due vite, crollano entrambe, quando Starr assiste all'omicidio di un suo amico per mano di un poliziotto e dovrà decidere da che parte stare.

Ho trovato davvero buona l'interpretazione di Amandla Stenberg  che ultimamente è peggio del prezzemolo, ma che in questo ruolo meno frivolo e più drammatico, mi ha convinto pienamente. Nel cast, abbiamo anche K.J. Apa, l'Archie di Riverdale, che per una volta dimostra di saper recitare anche con indosso una maglietta, e che interpreta il ragazzo bianco di Starr, mentre nel ruolo di Khalil abbiamo Algee Smith.
Una pellicola, che come ho detto sopra, è passata completamente in sordina, ma che secondo me andrebbe vista.
Denuncia la criminalità, il razzismo, la disuguaglianza, pur essendo rivolto principalmente agli adolescenti, e usando quindi un linguaggio chiaro e semplice, riesce perfettamente a mettere in mostra la doppia realtà che la protagonista vive. La paura costante che a Garden Heights coinvolg tutti, grandi e piccini, non solo quando compaiono i poliziotti, ma anche tra gli stessi vicini, perchè immischiarsi negli affari del ghetto, non è mai una buona idea.
Starr, pare l'unica in grado di cambiare le cose, o meglio, la scintilla che può innescare una piccola rivoluzione, ma portare un peso del genere sulle sue giovani spalle, non è semplice.

Tema attualissimo e molto importante, quello riproposto in questo film, quindi, che ho apprezzato forse anche più del romanzo.

Valutazione:
♥♥♥♥ 

Titolo: Aladdin
Paese: Usa
Anno: 2019
Regia: Guy Ritchie
Cast: Will Smith, Naomi Scott, Mena Massoud, Marwan Kenzari

Recensione:
Dopo La Bella e la Bestia, dopo Dumbo, dopo Cenerentola, ecco arrivare sul grande schermo anche Aladdin, uno dei film Disney senza dubbio più particolareggiato, forse per le sue atmosfere così diverse e diversamente fiabesche, rispetto a tanti altri Disney conosciuti.
Ammetto che toccare dei capolavori del genere, secondo me è sempre un grande rischio, può andare benissimo o può andare malissimo, non ci sono mezze misure.

La storia, penso che la conosciate tutti, nel caso così non fosse, il protagonista Aladdin è un ladruncolo che tra un'acrobazia e l'altra, si innamora perdutamente della bellissima Jasmine, figlia del Sultano, e quindi assolutamente fuori dalla portata del ragazzo. Questo, almeno fino a che Aladdin trova una lampada magica, che grazie al Genio al suo interno, gli permetterà di esaudire tre desideri. Va da sè che, vista la potenza della lampada, c'è un cattivo, Jafar, sulle sue tracce.
Will Smith, nei panni del genio, è senza dubbio una scelta calzante, un po' meno forse Mena Massoud in quelli del protagonista, che non mi ha convinto completamente (ma trovare un attore adatto a rappresentare al meglio il furbo e scaltro Aladdin del cartone, era pressochè impossibile.)
Punta di diamante della storia tanto amata, è senza dubbio la colonna sonora, canzoni come Il mondo è mio e C'è un amico in me, che tutti abbiamo cantato e ricantato, qui risultano un po' un meh, ma ci poteva anche andare peggio. 

C'è stato un lavoro dietro alla costruzione dei personaggi, che perdono qualche caratteristica, ma ne guadagnano altre, se Aladdin per esempio è meno focoso dell'originale, risulta invece più impacciato, ma in modo alquanto realistico, mentre la bellissima Jasmine mantiene intatta la sua indipendenza che ce l'aveva fatta tanto amare e il Genio invece risulta di una simpatia coraggiosa, ma in modo tutto suo, senza ricalcare le orme del suo predecessore (a dare la voce al Genio del cartone, è il compianto Robin Williams)
Ottimi gli effetti speciali, che tentano di risollevare una storia ben costruita, ma che non è riuscita a convincermi del tutto, pur essendo una pellicola piacevole e divertente: promossa con la sufficienza, diciamo così!

Valutazione:
♥♥♥

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3 commenti

  1. Anche a me le canzoni rivisitate di Aladdin non mi hanno convinto: in originale sembrava che il Genio fosse stonato, e in Italiano alcune parole non sembravano giuste per la strofa.

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  2. canzoni rivisitate

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