Quella vita che manca

12.5.19

Titolo: Quella vita che manca
Autore: Valentina D'Urbano
Editore: Tea
Anno: 2016
Pagine: 332
Prezzo: 12,00

Trama:
Gennaio 1991. Valentino osserva le piccole nuvole di fiato che muoiono contro i finestrini appannati della vecchia Tipo. L'auto che ha ereditato dal padre, morto anni prima, non è l'unica cosa che gli rimane di lui: c'è anche quell'idea che una vita diversa sia possibile. Ma forse Valentino è troppo uguale al posto in cui vive, la Fortezza, un quartiere occupato in cui perfino la casa ti può essere tolta se ti distrai un attimo. Perciò, non resta che una cosa a cui aggrapparsi: la famiglia. Valentino è il minore dei quattro fratelli Smeraldo, figli di padri diversi. C'è Anna, che a soli trent'anni non ha ormai più niente da chiedere alla vita. C'è Vadim, con la mente di un dodicenne nel bellissimo corpo di un ventenne. E poi c'è Alan, il maggiore, l'uomo di casa, posseduto da una rabbia tanto feroce quanto lo è l'amore verso la sua famiglia, che deve rimanere unita a ogni costo. Ma il costo potrebbe essere troppo alto per Valentino, perché adesso c'è anche lei, Delia. È più grande di lui, è bellissima - ma te ne accorgi solo al secondo o al terzo sguardo - e, soprattutto, non è della Fortezza. Ed è proprio questo il problema. Perché Valentino nasconde un segreto che non osa confessarle e soprattutto sente che scegliere lei significherebbe tradire la famiglia. Tradire Alan. E Alan non perdona. Questo è un romanzo sull'amore, spietato come solo quello tra fratelli può essere. Ma è anche un romanzo sull'unico altro amore che possa competere quello che irrompe come il buio in una stanza.

Recensione:
In "Quella vita che manca" ci ritroviamo nuovamente alla Fortezza, l'ambientazione rurale e malfamata che abbiamo conosciuto in "Il rumore dei tuoi passi". Protagonisti di questa nuova avventura della D'Urbano, sono i quattro fratelli Smeraldo, Anna, Alan, Vadim e Valentino, che vivono con Mamma e arrancano per arrivare alla fine della giornata, tra criminalità e spese al mercato. E' l'anno 1991, i quattro fratelli hanno padri diversi, tutti in un modo o nell'altro spariti, ma la stessa necessità di combattere per vivere, giorno dopo giorno. La Fortezza, come sappiamo se abbiamo letto il precedente romanzo dell'autrice, non offre grandi possibilità di lavoro, e chi proviene "da fuori" vede gli abitanti della Fortezza come criminali e malfamati, cosa che per lo più si conferma essere vera.

Nonostante le difficoltà, o forse proprio per quelle, pur essendo spesso in conflitto, tra litigi e rudezze, i quattro Smeraldo hanno un rapporto fraterno molto stretto. Sguardi truci e sfuriate sono di casa per loro, ma allo stesso modo il bisogno di proteggersi a vicenda e di difendersi qualunque cosa accada, è ben descritto nelle pagine di questo romanzo.
Quattro personalità ben differenti, caratteri forti, poche aspirazioni, aggressività e fragilità nascoste, tra le mura fredde e spoglie di casa Smeraldo, i quattro giovani soffrono, ma può anche essere che ad un certo punto si innamorano, quando uno di loro si scontra per caso con la secca Dalia.

Ancora una volta, l'autrice porta sulle sue pagine, argomenti forti, che non lasciano troppo spazio alla dolcezza o all'ingenuità, nella sua narrazione. Stessa pensa incisiva, graffiante, personaggi ancora una volta ben delineati, di cui la D'Urbano non smussa gli angoli, così come la sua storia in generale: rude e dura come la pietra.

Tu per me sei pure istinto, sopravvivenza. Tu sei il pezzo di vita che mi manca.

Ammetto però che pur avendo apprezzato ancora una volta lo stile dell'autrice, non mi sono ritrovata coinvolta da questo libro, come dagli altri due suoi che ho letto. Non sono riuscita ad entrare in empatia con nessuno dei suoi personaggi, pur essendo tutti caratterizzati benissimo, nè la storia in sè è riuscita ad emozionarmi o catturarmi come era successo con "Il rumore dei tuoi passi" o "Non aspettare la notte". 
Ciò può forse essere dipeso dal fatto di aver letto questo romanzo in giornate in cui faticavo a mantenere la concentrazione, per cui la lettura è durata il triplo di quanto sarebbe successo normalmente, non so...
Ad ogni modo credo che non passerà molto alla lettura di un altro libro della D'Urbano, perchè la penna di questa autrice, è la vera punta di diamante delle sue storie.

Valutazione:
♥♥♥

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4 commenti

  1. Pensa, invece, che a me è piaciuto molto di più dell'esordio.
    Avevo trovato una Valentina cresciutissima. :)

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    Risposte
    1. Non so, sarà che l'ho letto in delle giornate un po' no, per cui me lo sono trascinato dietro davvero per settimane...
      La D'Urbano finisce comunque nella lista degli autori preferiti, adoro il suo stile!

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