The Handmaid's Tale

16.11.18

Titolo: The Handmaid's Tale
Paese: USA
Stagioni: 2 - in corso
Anno: 2017 - in produzione
Genere: drammatico, distopico
Cast: Elizabeth Moss, Alexis Bledel, Yvonne Strahovski, Joseph Fiennes, Madeline Brever, Ann Dowd, Samira Wiley, Max Minghella, O.T. Fagbenle, Amanda Brugel


Recensione:
Tratto dal romanzo "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood, questa serie molto discussa ultimamente, è forte, cruda e crudele, senza peli sulla lingua. Non aspettatevi angoli smussati o pillole indorate, qui si trovano solo vetri taglienti, ci si può solo ferire e non c'è limite alla spietata cattiveria dell'uomo.
Pronti a tutto per i propri scopi, trattano gli esseri umani come animali, macchine da riproduzione, prima "istruite" per essere sottomesse, per dimenticare chi erano prima, per dimenticare che erano qualcuno.
Niente nomi, niente passato e familiari (probabilmente anch'essi brutalmente uccisi o richiusi chissà dove). Sempre il solito vestito, i soliti riti, la spesa, le futili chiacchiere sul tempo con le altre ancelle, e poco altro. Si obbedisce, si sta in silenzio, ci si cancella, finchè si viene "benedette" dal lieto evento che per nove mesi (forse), garantisce la salvezza dell'ancella stessa.

Si, perchè questa serie, racconta la storia di June, una donna, una moglie, una madre come tante, che trascorre una vita tranquilla e normale, almeno fino a che viene "rapita" dalla società e portata a Gilead, in Canada. Qui, un calo demografico e l'incedere dell'infertilità, porta un gruppo di estremisti cristiani a creare un proprio governo, in cui le donne fertili diventano "Ancelle", di proprietà di quei mariti e quelle "Mogli", che di figli non ne riescono ad avere.
Le Ancelle sono nessuno, sono proprietà delle famiglie a cui vengono brutalmente affidate, non hanno poteri o libertà, ma più in generale, tutte le donne di Gilead hanno una posizione di inferiorità rispetto agli uomini. Eppure va bene così, perchè è la volontà di Dio, almeno così pare, che per prosperare e ottenere nuove nascite non guarda in faccia a nessuno.

A parte la storia, forte e cruda, piena di spigoli e probabilmente non adatta ai più sensibili, perchè lascia poco spazio all'immaginazione, non posso non spendere qualche riga sulla bravura degli attori.
Tutti ottimi nelle loro parti, assolutamente credibilissimi, sia i buoni che i cattivi, vittime e carnefici, a volte a ruoli inversi, ma la protagonista, June, interpretata da Elizabeth Moss è assolutamente eccezionale.

Riesce a rendere con ogni sguardo, espressione del viso o gesto, ben lampante tutto il dolore, lo struggimento e la disperazione che piovono su di lei, ma anche la determinata forza che le permette di sopravvivere, un giorno dopo l'altro. Violentata, picchiata, torturata sia fisicamente che psicologicamente, pronta a cadere, rischia di andare in pezzi in ogni episodio, ma anche con un solo briciolo di forza, riesce a rialzarsi sempre. Zoppa, o sanguinante, privata di qualsiasi libertà o umiliata in ogni più piccolo angolo di cuore o mente, riesce comunque a rialzarsi.
Davvero eccezionale, quindi, la Moss, che ha dato prova di grandi doti recitative in questo ruolo così drammatico e psicologicamente complicato da interpretare.
A parte lei, troviamo però qualche altro volto familiare, come la Rory di Una mamma per amica, Alexis Bledel, che interpreta anche lei un'ancella che non avrà per nulla la vita facile, ma che convincerà June a ribellarsi. O ancora Yvonne Strahovski, conosciuta per il suo ruolo nella serie tv Chuck, che qui interpreta Serena Waterford, la "moglie padrona" di June, glaciale e freddamente spietata, mantiene nascosto dentro di lei, però, ancora un briciolo di femminismo che la caratterizzava prima dell'incidere del regime totalitario.
Nel complesso, la storia è comunque ben strutturata, anche se personalmente avrei preferito, soprattutto all'inizio, una spiegazione più approfondita su come/quando la società si trasforma in quel manicomio che ci presentano fin dalle prime scene, cosa che invece ci viene spiegata un pezzettino alla volta.
Non so cosa sia rimasto della storia originale raccontata nel romanzo, ma da quello che ho letto, se non ho capito male, la seconda stagione prende comunque una piega tutta sua, cosa che immagino sarà mantenuta anche nella terza stagione.
Curiosissima di vedere come proseguirà quindi la storia, dopo il colpo di scena alla fine della seconda stagione.

Valutazione:
♥♥♥/ e mezzo

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9 commenti

  1. L'ho adorato! Ho visto entrambe le stagioni e mi sono piaciute, ma spero che finiscano con la terza perché quando le serie diventano troppo lunghe perdono sempre mordente.
    Vorrei leggere il libro, ma non so se aspettare la fine della serie o no ^^'

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    1. Concordo con te, direi che tre stagioni bastano, se la tirano per le lunghe perderebbe anche di senso. Mah, non l'ho letto quindi non saprei, magari aspetterei la terza stagione per decidere :)

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    2. Puoi leggere tranquillamente il libro da cui è tratta la prima serie. La sceneggiatura della seconda è originale anche se scritta con la collaborazione della Atwood

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  2. mi ispira molto, ma ho paura a vederla. Inoltre vorrei leggere anche il libro!

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    1. Se non l'hai ancora cominciata Giusy, forse ti consiglierei di tentare a leggere prima il romanzo :)
      E' parecchio forte come serie, ma senza dubbio originalissima.

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  3. A me ispira TANTISSIMO ma non ho ancora avuto modo di guardarla! Spero di farlo al più presto!

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    1. Sono anche pochi episodi a stagione, quindi si guarda abbastanza velocemente :)

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