Divorare il cielo

22.3.21

Titolo: Divorare il cielo
Autore: Paolo Giordano
Editore: Einaudi
Anno: 2018
Pagine: 430
Prezzo: 22,00

Trama: La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.

L'amicizia fra maschi, la ribellione a Dio e ai padri, il desiderio e la rivalità: Divorare il cielo è un grande romanzo sul nostro bisogno di trasgredire, e tuttavia di appartenere costantemente a qualcosa o a qualcuno. Al centro c'è una generazione colma di vita e assetata di senso, che conosce tutto eppure non si riconosce in niente. Ragazzi con un piede ancora nel vecchio millennio, ma gettati nel futuro, alla disperata ricerca di un fuoco che li tenga accesi.

Recensione:
Divorare il cielo è riuscito in quello che da mesi e mesi nessun libro riusciva a fare: incantarmi a tal punto da farmi rimanere sveglia fino a tardi e farmi alzare con la voglia di scoprire immediatamente come la storia sarebbe proseguita.
Insomma, questo romanzo di Paolo Giordano è riuscito a trascinarmi tanto, davvero tanto, nella vita di Teresa.
Ma di che parla questo piccolo miracolo -per me- letterario, in grado di sbloccare il perenne pseudo- blocco del lettore che mi porto dietro da un po'?

Teresa è appena una bambina quando, durante le vacanze estive a casa della nonna conosce tre ragazzi, tre fratellastri, per così dire, che abitano nella tenuta accanto.
Bern, Tommaso e Nicola, vivono una vita piuttosto singolare, non vanno a scuola, sono istruiti per inseguire il massimo rispetto per la natura, pregano più volte al giorno, si trovano nella tenuta con due genitori, che però sono genitori "effettivi" solo di Nicola, perchè Bern e Tommaso sono capitati lì quasi per caso. Sembrano vivere in un mondo tutto loro, e pochi hanno il "coraggio" di avvicinarsi alla masseria e avere a che fare con persone così particolari.

Teresa passa così tutto l'anno nella sua città, in attesa di tornare da loro, affascinata dalla vita tanto diversa dalla sua, che fanno, ma anche con una crescente voglia di imparare e ribellarsi, man mano che gli anni passano.

Speziale è il paesino estivo che fa da sfondo alla storia, un luogo tranquillo, pacifico, quasi noioso dove passare le estati, ma quando Teresa incontra i nuovi amici, diventa improvvisamente il centro di tutto. La masseria in cui i ragazzi vivono, è un luogo in cui non manca nulla apparentemente, e Bern colui che, con la sua crescente inquietudine, è la calamita che riporta Teresa a Speziale, pronta ad assaporare ogni singolo momento con il ragazzo.

Divorare il cielo è un romanzo carico. Carico di emozioni, di sorprese e colpi di scena. Carico di legami che si fanno via via sempre più indissolubili, quasi viscerali, di estati passate di nascosto al canneto, carico di insegnamenti e scelte sbagliate.
In questo romanzo c'è tanto, non solo dal punto di vista narrativo, perchè succedono davvero tantissime cose, ma anche dal punto di vista emozionale.
Sebbene la storia si svolga perlopiù a Speziale e perlopiù all'interno della masseria, ci sono diversi cambi di scenario, anche se brevi. Paolo Giordano, ci porta infatti ad assaporare non solo un po' della città, ma porta anche i protagonisti a viaggiare all'estero in più occasioni, ma è la masseria stessa ad evolversi continuamente nel corso della storia. Cerca di stare dietro al cambio delle stagioni, e al cambio annuale che porta i protagonisti ad evolversi in continuazione, ma sotto sotto a rimanere gli stessi bambini che conosciamo all'inizio.

La storia, è raccontata su più piani temporali, e questa, probabilmente è la cosa che più mi ha fatto storcere il naso. O meglio, non l'ho ritenuto un vero e proprio difetto, anzi, è ciò che rende la storia interessante, ma solo alla fine l'autore da un quadro completo alla storia, perchè in corso d'opera ho fatto un po' fatica ad intrecciare completamente i fili narrativi, collegandoli ai piani temporali, un po' "disordinati".
Altra cosa che mi ha convinta di meno, è stata la quantità forse eccessiva di cose che accadono nel libro.
Mi spiego, il romanzo è lento in certi passaggi, ma non l'ho trovato noioso, anzi, ho assaporato assieme a Teresa le scoperte giornaliere e il legame crescente che nasceva tra lei e Bern, ma una volta chiuso il libro, ragionandoci su, mi sono resa conto che in questa storia succedono davvero tante cose, forse troppe. A parte il finale dolceamaro, e alquanto improbabile, accadono davvero tanti avvenimenti, molti dei quali concentrati insieme, che rendono il tutto forse un po' caotico.
C'è quindi, forse un po' di sbilanciamento tra i momenti "lenti" del libro, e quelli invece fin troppo carichi di cose.

Queste sono le uniche due pecche che ho trovato in questo romanzo, che per il resto mi è piaciuto davvero moltissimo.
Sono rimasta molto colpita dalla storia, mi sono avventurata nelle emozioni di Teresa come se fossero le mie, l'ho vista mutare, diventare una paladina della natura incontaminata, imparare tanto dalla vita, e da Bern, personaggio inquieto che sotto sotto rimane un po' un mistero.
Bern, infatti, al contrario di Teresa, pur vivendo in maniera totalmente chiara e pura, nel bene e nel male, porta per tutta la storia all'interno di sè, una sorta di turbamento che non lo abbandona mai, nemmeno nei momenti più spensierati e felici. Nonostante questo, o forse proprio per questo, rimane un personaggio affascinante, sempre alla ricerca di qualcosa in più.

Vorrei dire qualche parola sul finale, ma non voglio fare spoiler, quindi ahimè non posso aggiungere nulla!
Valutazione:
♥♥♥♥

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